Padre Losito e Mons. Di Donna: icone viventi del Vangelo della Carità

Il Programma Pastorale Diocesano per l'anno 2007-2008 " Una Comunità che educa alla solidarietà " ci " ... impegna a camminare sul sentiero della solidarietà, che è la cifra portante e fondante del comandamento nuovo lasciatoci dal Maestro " (cfr. Premessa al Programma Pastorale Diocesano 2007-08). Ancora, si legge: " Una comunità che educa e si educa alla solidarietà è una comunità in ascolto della Parola e quindi disponibile a farsi carico dei problemi del territorio, a mettersi in gioco di fronte alle nuove povertà e all'impegno per la giustizia e la pace. In questo itinerario ci fanno da guida i nostri “santi” della carità: mons. Di Donna, Padre Antonio Losito, San Riccardo e San Sabino sono davanti a noi come icone viventi del Vangelo della Carità “. Mons. Di Donna e Padre Losito: due Servi di Dio, ambedue missionari, che la nostra Diocesi può vantare e presentare ai fedeli, affinché possano intraprendere il cammino della solidarietà e della autentica testimonianza cristiana. Padre Antonio Losito, Missionario Redentorista, nato a Canosa nel 1838 e morto a Pagani nel 1917. Figlio spirituale di S. Alfonso, ha fatto della virtù teologale della " Carità " il programma della sua esistenza terrena: carità verso Dio, carità verso il prossimo. «Quando celebrava sembrava a tutti noi che stesse con Dio e che vivesse con lui; quando poi predicava, era un vero fuoco di carità posseduta e che infondeva con tutti; la carità splendeva su tutte le virtù ed in tutti i momenti. Ognuno di noi, posso veramente affermarlo, ha goduto questa carità comunicata da lui, sia quando ricorrevamo a lui, sia come superiore provinciale nel trattare con noi. Parole ed atti erano comunicativi della sua carità verso Dio e verso il prossimo. Io posso dire che in questa virtù si lasciava ammirare e ci riusciva impossibile ad imitarlo» (P.R.D.N., Teste G Giammarino). «Fu tutto pieno di carità per Dio e da Lui attingeva quella per il prossimo, così che la carità lo faceva apprezzare come santo, perché ognuno avvertiva la ripercussione di quella nel proprio animo; tutti lo acclamavano santo della carità» (P.R.D.N., Teste A. Tramontano). La carità verso Dio non poteva prescindere dall'amore per il prossimo. Padre Losito esercitava tale virtù senza distinzione tra amici e nemici della Chiesa, perché negli altri vi vedeva l'immagine incarnata del Cristo. Praticò la carità in modo così sublime, la ispirò agli altri con ogni cautela, tanto da essere chiamato " angelo di carne " ed anche " San Francesco di Paola redivivo ". Praticava questa virtù per avvicinare al Signore quanti a lui riccorrevano: «Possedeva certo in sommo grado le virtù teologali e cardinali. Mi fermo solo a parlare della sua carità: vecchio, stanco, quasi paralitico, girava per ore ed ore per la città, fin quasi a notte inoltrata, seminando il bene, seguito da centinaia e centinaia di persone che poi conduceva in chiesa, dove alle sole parole piene di fede e di amore per il Signore, si piangeva facendo propositi di vita sempre più conformi ai dettami di Gesù Cristo» (P.R.D.A., Teste P. Serlenga). Quando Padre Losito morì, Mons. Di Donna era poco più che adolescente. Nacque a Rutigliano nel 1901 e si fece Missionario Trinitario nel Madagascar. Nel 1939 fu nominato Vescovo di Andria ove morì nel 1952 dopo undici anni di ministero episcopale. Undici anni vissuti in tempi non facili a causa del conflitto mondiale e delle successive lotte politiche e sociali che attraversarono l'Italia ed anche la nostra Diocesi. Grande fu il suo impegno sociale a favore dei poveri. La miseria che ogni giorno si presentava davanti ai suoi occhi non lo lasciava indifferente. La giustizia, la pace, l'amore tra gli uomini erano i fondamenti del suo messaggio cristiano e questi stessi principi si scontravano con le ingiustizie, la fame e la miseria che attanagliavano il popolo di Andria. Troppo pochi coloro che godevano di tutto e troppo grande il numero di chi non possedeva nulla. Come Vescovo sentiva il dovere di levare la propria voce per offrire il sostegno della Parola di Dio e della Chiesa per la ricostruzione morale e materiale del suo popolo. Si prodigò a favore dei profughi e dei reduci dalla guerra, istituì le A.C.L.I., il Centro di Assistenza per i Braccianti, incrementò l'attività delle Conferenze di San Vincenzo de Paoli per soccorrere i poveri in ogni parrocchia, incoraggiò più volte l'istituzione di una "Casa del Fanciullo" per i figli dei braccianti mettendo a loro disposizione la "Guardiola del Sacro Cuore" residenza estiva dei Vescovi, ed altro ancora. Tutti riconobbero nel Vescovo Trinitario una carità ed una solidarietà eroica. Non sempre il suo Segretario, il Cameriere e le Suore Trinitarie che lo accudivano, riuscivano a frenare l'impeto caritativo del Vescovo che a tutti offriva tutto, spesso di nascosto, rimanendo senza biancheria, senza scarpe e senza cibo. Quando nel 1946 per le vie di Andria si sparava contro i carabinieri, Mons. Di Donna, non curante dei gravi pericoli che correva, si interpose tra le parti e con la sua parola riuscì a far tacere le armi e a riportare la pace in quello scontro fratricida. Egli stesso annotava nei suoi appunti spirituali: «Mirerò all'esercizio perfetto delle virtù cristiane, per ottenere un tenore elevato di vita cristiana nei fedeli, curerò in modo particolare i poveri, i bisognosi, i malati» (1947). Papa Benedetto XVI nella sua ultima enciclica " Spe Salvi " scrive al n. 3 «Per noi che viviamo da sempre il concetto cristiano di Dio e ci siamo assuefatti ad esso, il possesso della speranza, che proviene dall'incontro reale con questo Dio, quasi non è più percepibile. L'esempio di una santa del nostro tempo può in qualche misura aiutarci a capire che cosa significhi incontrare per la prima volta e realmente questo Dio. Penso all'africana Giuseppina Bakhita...». A noi piace pensare, oltre che ai Santi proclamati dalla Chiesa, anche ai due nostri Servi di Dio, già santi per il popolo e accomunati nella fede trasmessa, nella speranza testimoniata e nella carità pienamente vissuta. Padre Losito e Mons. Di Donna: due testimoni del nostro tempo che in sé hanno il carisma di " ... aiutarci a capire che cosa significhi incontrare per la prima volta e realmente questo Dio ". Hanno fatto incontrare Dio a tanti uomini e donne nell'esercizio del loro ministero sacerdotale; oggi continuano ad avvicinare l'uomo a Dio con la santità della loro vita e la reciproca preghiera. ALLEGRO MICHELE