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P. VI - Cap. XX: Fama di santità dopa la morte deI SD Padre A. Losito  403

                         Diversi sono i motivi che presenteremo per giustificare una cer-
                   ta stasi.
                         Dopo la presentazione alla Congregazione delle Cause dei Santi
                   degli Atti processuali, senza chiedere neanche la validità canonica degli
                   stessi, incomincia a scendere il velo della dimenticanza circa il prosieguo
                   dellavoro.
                         Certo continuarono i pellegrinaggi sulla tomba a Pagani COSI come
                   l'invocazione e l'affidamento al SD. Le celebrazioni deI 18 luglio con
                   qualche iniziativa particolare tesa a ridestare la figura e l'opera deI P.
                   Losito. Nel settembre deI 1960, ad esempio, sul quotidiano regionale
                   "La Gazzetta deI Mezzogiorno" veniva pubblicato un articolo sulla vita
                   e le virtù deI SD.

                         Bisogna arrivare agli anni ottanta per iniziare più speditamente ma
                   soprattutto con più determinazione il lavoro da fare.
                         Ma perché tanti anni di silenzio?

                         Il silenzio pua essere stato determinato da una serie di fatti. La pri-
                   ma consiste nell'immane catastrofe umana e sociale che la seconda guerra
                   mondiale apporta nella nostra regione e a Canosa. Tre furono le incursioni
                   aeree che provocarono diverse vittime nella città deI SD.
                         Un'ultima motivazione che si riporta  è quella relativa a tutto il tem-
                   po trascorso perché i PP. Redentoristi accettassero il trasferimento dei re-
                   sti mortali deI SD a Canosa.

                        Già nel 1948 l'intero clerc della città rivolse un caldo appello
                   al Generale ed al Provinciale dei Redentoristi, perché fossero traslati i
                   resti mortali. Ogni tentativo ripetuto in altre occasioni riusci vano. Prov-
                   videnzialmente grazie aIl'interessamento dell'Arcivescovo Metropolita
                   di Lecce, Mons. Francesco Minerva prima e poi dello stesso Vescovo di
                   Andria, Mons. Giuseppe Lanave si ottenne la sospirata risposta affermati-
                   va per la traslazione.

                         Già dal 1951, dalla curia di Lecce Mons. Minerva faceva richiesta al
                   Generale e al Provinciale congiuntamente al Vescovo di Nocera di accon-
                   sentire alla richiesta.

                        Trent'anni dopo nel 1981 ritornato a Canosa, l'Arcivescovo emerito
                   Minerva dopo aver constatato il desiderio, ancor più vivo, deI clero e po-
                   polo di Canosa, unitamente al Vescovo diocesano, scrisse alla Sacra Con-
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