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P. VI - Cap. XVII: La morte deI SD, le prime riesumazioni e traslazioni 283
Il suo trapasso a nuova vita non era ancora giunto ma fu da egli stes-
so profetizzato.
Nel 1912 ultimo anno in cui fu Provinciale e si celebrava il suo giu-
bileo sacerdotale, nella festa liturgica deI Redentore, la comunità, com'era
suo solito fare, si porto nella sua stanza per dargli gli auguri di vivere altri
cento anni.
Ma egli rispose: "Per altri cinque anni, per cinque anni",
Nessuno fece casa a quelle profetiche parole ma questo e certo: che
da l'ultimo anno in cui fu Provinciale al 18 luglio 1917, giorno del suo
transito, trascorsero ben cinque anni.
Questo fu narrato da P. Giuseppe Betrè del collegio di Pagani 10
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stesso giorno in cui si tennero i funerali del SD.
Negli ultimi tempi, la malattia si accani con maggiore crudeltà fino ad
ammalarsi gravemente nella Pentecoste deI 1917. Gli fu diagnosticata una
grave infezione alla vescica, rivelandosi successivamente conie cancro,
Aveva bisogno dell'uso deI catetere per emettere le urine e il conti-
nuo uso del detto strumento, già utilizzato nel passato per evitare che si
alzasse dal letto inchiodato da altri malanni, procurè una piaga al canale in
cui si introduceva e poi quando si estraeva produceva dolori atrocissimi.
Il medico personale Desiderio Gaetano Salvatore afferrnè che se
quei dolori fossero stati sofferti da altri, le inevitabili grida si sarebbero
intese da quelli che erano vicini e lontani, mentre egli appena muoveva un
lamento indice dell'acutezza e dell'insopportabilità dei dolori. 42o
Un giorno, di buon mattino, quando già cominciava ad aggravarsi,
rivolto al domestico Raffaele Casafino di Andria accorso a fargli visita e
che gli domandava come si sentisse, rispose: "atnare e patire, amare e
patire, amare e patire" ma con un tono di voce che toccava il cuore.
Era preso da forti ed atroci dolori e quando più non poteva gridava
cosl orribilmente da far accorrere tutti atterriti alla sua stanza Era solito
ripeteré: "mamma mia, mamma mio" ,
Ed a chi 10 toccava anche leggermente per fargli qualche piccolo
servizio, lamentandosi, ripeteva "piano.... piano...... piano...." con voce
cosl flessibile e straziante che dava al pianto, ma non pianse mai.
Nonostante l'infermità, per rispetto dei Superiori, il giorno di
Sant'Antonio, 13 giugno 1917, voile scendere a tavola nel refettorio co-
419 G. TESSA. Brevi notizie dei P. A. M. Losito d.SS.R. /110110 il 18 luglio 1917 ill Pagani (SA) , pp. 17-18.
4211 Cfr. 51//11/11.. p. 69, § 232.