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188 Giuseppe Orlandi, C.SS.R
va un contributo per la diffusione del culto del S. Cuore di Gesù
(Doc., lO); di chi chiedeva una particolare benedizione per la
nuova attività pastorale che stava per intraprendere (Doc., 7, a).
In occasione dell'epidemia di colera del 1911, Losito invocò un
intervento del Papa che, a quanto pare, non venne concesso
(Doc. 6, a). Altra volta gli inviò la lettera di due bambine, che
avevano recentemente fatta la prima comunione, «applicandola
al S. Padre» (Doc., 11). La maggior parte delle lettere qui pub-
blicate riguardano un argomento «minore» della biografia del
Servo di Dio: l'invio al Papa di frutta di varie qualità: arance,
mandarini, mele, «percoche», pere, uva, ecc. (Docc., l; 2, 4, a; 5,
a-b; 6, a-b; 7, a-b, 9, a-b; 12, a-b; 14, a-b;16, a-b) 16 • Doni mode-
sti, ma rivelatori dello spirito di genuina semplicità di chi li of-
friva, e del grado di confidenza che intercorreva ormai tra lui e il
destinatario. Il modo di agire di Losito dovette incantare Pio X -
certo non immemore della modestia delle proprie origini -, che
in varie occasioni gli manifestò la sua benevolenza. In particola-
re nel 1912 -nella ricorrenza del 50° anniversario della ordina-
zione sacerdotale 17 - con l'invio di una lettera autografa 18 e di un
prezioso calice 19 • Quello appena menzionato era solo un aspetto
16 La frutta veniva indirizzata a mons. Bressan, che Losito informava
della spedizione. Gli inviava anche il relativo scontrino, onde potesse provve-
dere al ritiro della merce. Stranamente, rivolgendosi a Bressan, gli dava talora
il titolo di <<Reverendissimo Monsignore», ma anche quello assolutamente in-
debito di <<Eccellenza Reverendissima>>, dichiarando perfino di volergli baciare
il <<Sacro anello», che evidentemente il prelato non era autorizzato a portare.
Dato che sembra impossibile che Losito ignorasse queste elementari regole di
etichetta ecclesiastica, il suo comportamento sembrerebbe dettato da una lieve
forma di adulazione nei confronti del segretario particolare del Papa. Anche
altri corrispondenti di Bressan dell'Italia meridionale - a differenza di quelli
del resto d'Italia - avevano, in merito, un comportamento analogo a quello di
Losito. Per esempio, il p. Bonaventura Chessa, OFMConv, del convento di S.
Francesco di Ravello, che il 12 agosto 1912 concludeva così la lettera inviata
all' <<Ill.mo e Rev.mo Monsignore» Bressan: <<baciandole con riverente ossequio
la sacra destra, mi professo dell'Eccellenza Vostra Ill.ma e Rev.ma um.mo ser-
vo», ecc. Cfr ASV, Arch. part. Pio X, Busta 87, ff. 304-305.
17
Dato che la ricorrenza cadeva il 5 aprile 1912, venerdì santo, la cele-
brazione venne rimandata all'll aprile.
18
Cfr nota 40.
19
Cfr Doc. 8. Cfr anche Aureum sacerdotii iubilaeum de priesteriubilaris
Pater Losito en Kardinal van Rossum, in <<De Volksmissionaris», 33 (1911-1912)