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184                                      Giuseppe Orlandi, C.SS.R


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                  Morì il  18 luglio 1917 a Pagani, dove la sua salma fu  tumulata •
                  Vi  rimase fino  al 1983, allorché venne trasferita nella cattedrale
                  di Canosa.  La  causa di beatificazione di Losito è stata introdotta
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                  il 30 settembre 1937 •
                        Sempre  cagionevole  di  salute,  nel  1890  il  Servo  di  Dio
                  venne colpito da una grave malattia - definita dalle fonti «para-
                  lisi  agitante» - probabilmente  da identificarsi  con  il  «morbo  di
                  Parkinson», che gli durò fino  al termine della vita. Gli causava un
                  tremito per tutte le  membra,  che tra l'altro gli impediva di  scri-
                  vere. Per la  corrispondenza epistolare  doveva  ricorrere  all'aiuto
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                  di  amanuensi ,  riuscendo  a  stento  a  tracciare  la  propria  firma
                  quasi illeggibile.  Negli ultimi anni,  del tutto impossibilitato,  usò
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                  un timbro che la riproduceva •  In certi periodi dovette riuscirgli
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                  impossibile  utilizzare  anche  questo  strumento •  La  personale  e-
                  sperienza della sofferenza e l'amore delle anime lo aiutarono nel
                  difficile  ministero  della direzione spirituale. Tra i suoi penitenti
                  vi  fu  - per  un  quindicennio,  a  partire  dal  1902 - il  b.  Bartolo
                  Longa, che aiutò a superare le  difficoltà e le incomprensioni che
                  stava  incontrando  nei  suoi  rapporti  con  la  Santa  Sede.  A  tale
                  scopo,  Losito  poté  avvalersi  del  prestigio  che  godeva  presso  s.



                  tanto ardire, e prostrato al bacio del s.  piede invoco anche per me e per i miei
                  frati  la benedizione apostolica>>.  ASV,  Arch.  part.  Pio X,  Busta 65,  fase.  21, f.
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                         A. DE  FEO,  Elogio funebre del  P.  Antonio M. a  Losito  della  Congregazione
                  del SS. Redentore, Napoli 1917; C. PETRONE, Meste parole lette nei solenni funera-
                  li del P. Antonio M. a Losito della Congregazione del SS. Redentore, Napoli 1917.
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                         Cfr De causa ServiDeiAntoniiM. Losito, in <<Analecta>>,  17 (1938) 11-13.
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                         Vari  confratelli gli fecero da amanuensi: i padri Pietro Barone,  Biagio
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                  l'avvertenza di far scrivere il testo della lettera da uno di loro, e l'indirizzo del-
                  la busta da un altro.
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                         In genere  (in sette casi su otto),  per il timbro della sua firma il Servo
                  di Dio usava inchiostro viola.
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                         Infatti,  di quelle qui pubblicate, ben nove lettere sono scritte tutte da
                  aliena mano.  Il  29  aprile  1909,  in occasione  del  capitolo generale  della Con-
                  gregazione redentorista, al quale prese parte in qualità di vocale della Provin-
                  eia Napoletana,  il  Servo di  Dio  ottenne dalla S.  Congregazione  dei Vescovi  e
                  Regolari un rescritto che lo autorizzava <<Ut  per alium Patrem subscribat Acta
                  Capituli,  et in  schedulis electorum nomina apponat».  Cfr Acta  integra  capituli
                  generalis XI C.SS.R, Romae 1909, p. 50.
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