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P.  Antonio Maria Losito nell'Archivio particolare di Pio X   189


              della ricca  personalità di Losito,  che fu  uomo  di profonda spiri-
              tualità, dotato di grande equilibrio interiore e di intelligenza sve-
              glia e positiva. Doti che non potevano sfuggire ad un esperto co-
              noscitore di uomini come il Papa, e che trasparivano specialmen-
              te nei rapporti del Servo di Dio  con il prossimo. Lo  notò anche il
              cronista della casa generalizia - della quale egli era stato ospite,
              in occasione del solenne triduo in onore del neo-canonizzato Ge-
              rardo  Maiella - che  1'11  maggio  1905  scriveva:  «Il  P.  Losito  in
              questi giorni ha confermato presso di tutti la stima di santità che
              prima  godeva,  ha  imbalsamata  questa  casa  del  profumo  delle
              sue virtù.  La  sua santità è amabile,  tutta affabile e gradita, e  af-
              fatto  noiosa e austera.  La  virtù che più spicca in lui è un'umiltà
              profonda per se stesso, accompagnata da gran rispetto per gli al-
              tri, di qualunque condizione si fossero» 20  •
                   Del profondo affetto che nutriva per lui,  Losito fornì un'ul-
              teriore  prova  in  occasione  della  morte  del  Papa,  facendo  cele-
              brare in suo suffragio  solenni  funerali  in  quella  chiesa  di  s.  Al-
              fonso in Pagani, cui il defunto aveva concesso il titolo di basilica
              minore 21 •












              178-181;  S.  ScHIAVONE,  Cronaca  del  Collegio  di  Pagani,  pp.  649-671  (Giubileo
              sacerdotale  del  M.  Rev.  P.  Provinciale  D.  Antonio M.  Losito,  1862-1912,  50°  di
              sacerdozio), ms in APNR.
                   2 ° Chronica Domus Generalis, Liber 2, ff. 61'-62. A volte, l'umiltà di Losi-
              to poteva mettere in qualche imbarazzo il prossimo.  Come avvenne la sera del
              29 settembre  1908 allorché - prima di salire  sul pulpito della chiesa di S.  Al-
              fonso  in Roma,  per tenervi la predica sulle  «grandezze di  S.  Michele Arcange-
              lo>>- incontrò il giovane p.  Lorenzo Trani  (1876-1958).  Gli  si  inginocchiò da-
              vanti, dicendo: «"Siccome non ho trovato alcun Superiore, mi faccia la carità di
              danni la  s.  benedizione".  Naturalmente,  a  tale  richiesta  il  P.  Trani  ha  indie-
              treggiato alquanto. Allora il buon P. Losito si è alzato, gli è andato vicino e per
              la seconda volta gli ha domandato la benedizione, e  solo si è rialzato,  quando
              quegli gli  ha detto:  "Padre,  in sacrestia vè il  quadro di S.  Alfonso,  faccia  l'in-
              tenzione di chiederla a lui [la benedizione]"». Ibid., Liber 4, pp. 178-179.
                   21
                     Cfr  CAsABURI, S. Pio X, 82.
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