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P.v -Cap. XVI: Grandi realizzazioni di Canosa e ultime considerazioni 251
Nel marzo del 1914, fu nominata una commissione capitolare che
coadiuverà il SD nella raccolta dell'obolo popol are, formata dai canonici
D'Aniello e Di Muro.
In seguito si aggiunse anche don Mimi Iacobone chiamato perso-
nalmente dal SD a coadiuvarlo nella colletta delle oblazioni, volendo che
fosse sempre presente al disbrigo degli affari riguardanti la incoronazione.
Con una sua del 17 ottobre dello stesso anno indirizzata al clero di
Canosa, il SD chiedeva se era opportuno a caus a della guerra e della
conseguente paralizzazione del commercio e del lavoro e della sofferen-
ze patite dalla popolazione, raccogliere l'obolo presso il popolo 0 rin-
viare il tutto.
Esortè ad accendere nei cuori dei canosini un "incendio di amore"
verso la Madonna, e per tale scopo scrisse un appello rivolto ai suoi
"amati concittadini", il quale fu stampato e subito diffuso largamente in
mezzo al popolo. 393
Quando si seppe in Canosa del suo ritorno per la raccolta dell'obolo
sembrava che il popolo avesse ricevuto l'annunzio dell'arrivo di un per-
sonaggio importante.
Tutti ne parlavanoJtutti si informavano del giorno e dell'ora del suo
arrivo.
All'ufficio postale grande affluenza di lettere a parenti ed amici, a
conoscenti dei paesi vicini e lontani fino a che spunto l'alba di quel giorno
che non si dimenticherà mai, e tutti di ogni ceto e condizione, uomini e
donne, piccoli e grandi , nobili e poveri, seppero del sua arrivo in Canosa.
Fu uno spettacolo impressionante.
Una fiumana di popolo bloccava l'intero percorso dalla stazione fer-
roviaria, per tutto il corso Garibaldi, per quello di S. Sabino sino alla cat-
tedrale, dove gli era stata preparata una modesta stanza che 10 accolse per
più di un mese.
Fu quello uno dei giorni nei quali Canosa spieg è tutta la sua fede
ardente con manifestazione esterna, addobbando balconi e finestre, lungo
i tratti di strade, con drappi di seta di vari colori che davano insieme alla
folla sostante nella strada ed a quella arrampicata ai balconi, alle finestre,
ed alle porte delle abitazioni, uno spettacolo ripieno di affetto illimitato
verso l'umile figlio di S. Alfonso.
393 A. Losrro, Lettera de122 ottobre 1914, Pagani.