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P. III - Cap. VIII:il profetasullestradedell'esodo: da Materdominia Canosa 85
6. Testimonianze processuali.
TI SD già possedeva fama per quanta nel passato aveva saputo com-
piere.
La sua permanenza a Canosa non fece altro che confermare ed ac-
crescere questi risultati ed ogni quaIvolta si ripresentava nella sua città,
era un tripudio, un delirio di tutto il popolo, come le stesse testimonianze
ci raccontano.
a) "Solo sentii dire da quelli che formavano la nostra casa
di Pagani, che egli fu soggetto aIl'espulsione del 1860. Si
ritirè nella sua casa a Canosa assieme al fratello laico Fran-
cesco D'Avino, ora defunto.
In quell'epoca rispettè le autorità ecclesiastiche, ed eserci-
tando il ministero sacerdotale, fu l'ammirazione di tutti, tan-
to da tenerlo tutto e sempre impegnato. TI fratello assistente,
nel vederlo in tal fatto occupatissimo, temeva della lui salute
per cui ne scrisse al Superiore Generale, dal quale ricevette il
divieto di attendere al popolo in date ore limitate".140
b)" Ogni qualvolta è venuto a Canosa, sono stato testimone
del delirio del popolo. Sempre i RR. Carabinieri dovevano
intervenire per arginare la fiumana del popolo che 10 vole-
va vedere. Anche i bestemmiatori e gli increduli serbavano
una venerazione profonda per lui, ritenendolo come il tipo
del sacerdote, seconda il cuore di Dio.
L'ho sentito predicare spesso; tenne un corso di SS. Eserci-
zi spirituali al clero di Canosa, io ero sacerdote, e quindi
ero tra quelli che 10 ascoltavano. Grande coltura dei SS.
Padri, che lui recitava perfettamente a memoria.Ma in
modo speciale rimanevamo scossi nel cuore, perché se la
sua parola convinceva, egli aveva il segreto di scendere fi-
no nell'animo. Ricordo di averlo sentito parlare anche nella
chiesa del Carmine, in occasione di un primo venerdl del
mese. Al fervorino prima della Comunione cominciè a
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