Page 78 - Positio II
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                              il suo ministero era pel' 10 più rivolto ad accogliere i peccatori con
                         dolcezza, mansuetudine e carità,120 tante che moIti accorrevano da lui pel'
                         confessare i propri peccati, dal momento che si rivelava profondo cono-
                         scitore della coscienza umana.
                              La sua paroIa e il suo consiglio erano ricercati anche da abitanti dei
                         paesi limitrofi specie nei casi di liti familiari.V'

                              Particolare attenzione dava ai malati che desideravano una sua visi-
                                                                                             122
                         ta, 0 pel'confessarsi, 0 pel' ricevere la benedizione che egli mai rifiutava.
                              Nelle predicazioni al popolo era richiesto con sommo interesse dai
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                         sacerdoti e dai rettori di chiese.  La presenza dei carabinieri era attenta e
                         vigilante pel' comporre un certo ordine, tra la folla che 10 seguiva, dando
                         ovunque l'impressione di assistere ad un episodio evangelico.F"
                              Nel 1867 si assisteva ad uno dei tanti flagelli che colpivano le cam-
                         pagne locali e lirnitrofe: l'invasione delle cavallette.
                              Le messi promettenti, grano e i verdi tralci delle viti, caddero di-
                         strutti sotto la voracità delle locuste. In tale circostanza il SD esortava
                         tutti ad elevare pubbliche preghiere a Dio e alla Vergine Santa, e si recava
                         continuamente nelle campagne, spargendo ovunque le sue bcncdizioni.V'
                              Sapeva tante comunicare agli altri, in occasione di calarnità, la spe-
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                         ranza cristiana da lasciarli consolati nel dolore.
                              Nel 1868 sottoscrive insieme ad alcuni sacerdoti una petizione pub-
                        blica, rivolta aIle autorità comunali, che richiedeva di erigere civilmente la
                         confratemita di S. Gioacchino come associazione di laici e sacerdoti pel'
                         sollevare l'umanità sofferente con opere di carità e di beneficenza, aiutan-
                         do particolarmente quelle famiglie rimaste prive di sostentamento pel' la
                        perdita dei loro cari.
                              Nella petizione si evidenzia anche il grave scandalo della disatten-
                         zione da parte delle autorità competenti di fronte alla morte dei poveri:
                         accadeva che questi corpi rimanevano pel' lungo tempo insepolti.


                              120 Cfr. SWnlIL . p. 173. § 592.
                              121 Cfr. SUIIIIII., p. 187, § 634.
                              122 P.R.D.N., Sommario n. 16.
                              123 Cfr. SUIIIIII., p. 18, § 30.
                              124 Cfr. SUIIIIII., p. 168, § 58!.
                              J2l V. DE MURO, Studi e ricerche intorno all'origine dei cuita e ai prodigi operati dalla B.V. Maria
                        della FOl/te, 2 febbraio 1914, p. 24.
                              126 Cfr. SUIIII/L, p. 190, ad 28.
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