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P. IV - Cap. XII: Da Pagani a Canosa: il restauro del duomo di S. Sabino  135

                        Dopo un certo tempo fu mandato con altri 4 padri a riaprire la casa a
                   Francavilla, ma il progetto non potè attuarsi, perchè Mons. Margherita,
                   Vescovo Diocesano, intendeva don are 20.000 lire, ma a condizione che ne
                   facessero una scrittura, il che non fu accettato per evitare disturbi di suc-
                   cessione.r'"
                                                                              47
                        In seguito, partecipè alle missioni tenutesi in Abruzzo.2
                        Nel 1890 fu sorpreso da una paralisi generale progressiva che gli
                   cagionè un tremito per tutte le membra e che gli durè fino al termine
                            248
                   della vita.
                        "Senti come un colpo di spada al cuore, onde dovette sospendere il
                  1avoro, ma, intrapresolo dopo breve tempo, eccone un seconda colpo, e
                   cosl un terzo, e da cio ebbe principio quella continua palpitazione che 10
                   travagliè per tutta la vita e 10 costrinse a dormire con una lampada accesa
                   la notte, perchè si svegliava di soprassalto".249
                        Negli ultimi tempi il tremito arrivo a tale intensità che aveva biso-
                   gno di chi 10 aiutasse a vestirsi e a spogliarsi e accompagnasse la mana
                  per portare il cibo alla bocca.
                        Per celebrare messa aveva bisogno di un sacerdote assistente.P"
                        La paralisi gli impediva anche di scrivere,251 di modo che si serviva
                   delle volontarie prestazioni di vari confratelli.
                                                                                 252
                        Superiore della casa di Angri era il SD P. Giuseppe Leone   di Tri-
                  nitapoli, sua confessore;253 tra i due Padri si rafforzè quel legame di pro-
                  fonda stima ed amicizia che nacque fin dai tempi della soppressione e che
                   durè fino alla morte.
                        Quando gli studenti che l'andavano a trovare, gli portavano i saluti
                  deI Prefetto P. Losito, egli ripeteva: "li P. Losito dispone di me; egli deve
                  pregare".

                        246 B. P ARL ATO, Ricordi, p. II.
                        247 G. P ALMIER), Laconiche notizie. p. JO.
                        248 P.R.D.N. sommario n. 25.
                        249 G. PA LMIER). Laconiche notizie, pp. JO-II.
                        250 P.R.D.N. Sommario n. 25.
                        251 Cfr . SlilIllll. , p. 18, § 32.
                        252 Il SD P. Giuseppe M. Leone era nato a Trinitapoli (Casaltrinità-Foggia) il 23 maggio 1829. Vestl
                  l'abito della congregazione il 30 marzo 1850 e professe il 23 marzo 1851. Ostacolato nella sua vocazione dai
                  suoi pare nti, ne soffrl molto . Era cagionevole di salute e per questo i redentoristi non volevano riceverlo ma
                  per i buoni uffici dei maestro dei novizi, il quale era stato colpito dalla vita santa dei giovane Leone, fu
                  ammesso nella congregazione.Fu ordinato sacerdote il 31 dicembre 1854 ad Amalfi (SA). 1 primi dieci anni
                  dei suo sacerdozio li passe a Vallo della Lucania . Nel 1865 fu costretto ad abbandonare la casa religiosa e a
                  tom are in patri a, dove il Vescovo gli affidè la chiesa di S. Giuseppe e la cura dell 'annessa e omonima
                  confratemita. Il 14 aprile 1880ritorn o dalla comunità redentorista di Angri, luogo che sarà sino alla morte (9
                  agosto 1902) la sua residenza..
                        253 Cfr. Summ., p. 23, ad 25.
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