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P. VI - Cap. XIX: Fama di santità in morte dei SdD Padre Antonio Losito  349

                 di una linea, andando indietro indietro, noi la riscontriamo tale nei primi
                 anni della vita religiosa: nella di lui piena gibvinezza, quando l'anima
                 mette in ogni cosa l'entusiasmo, l'empito dell'energia, 10 slancio... quan-
                 do si cresce, si irrompe...
                       La povertà di ieri SI progredita che rifulgeva in ogni cosa usata da
                 lui, nei libri, negli abiti, nella cella; e dovunque, fuoriCollegio ed in Col-
                 legio : e che anche nel condursi da personaggi illustri, fin nel Vaticano, in-
                 nanzi al Papa la portava seco come dilettissimo fiore. A stento si piego ad
                 usare abito nuovo, scarpe più convenevoli andando in Vaticano; e 10 fé
                 perché gli dissero che si mancherebbe alla riverenza che dessi al S. Padre,
                 presentandosi cosi dimessamente. Orbene di questa medesima povertà
                 s'infiorava la vita di Losito nella solitudine di Ciorani quando era novizio,
                 ed a Materdomini, quando era studente.
                       Come della povertà, cosl della riverenza ai Superiori, della pietà,
                 della prontezza ai segni e di tutte le più minute osservanze si puè dire. La
                 vita religiosa si manifestava in lui in tutta la fioritura delle sue virtù.


                                                   * * *


                       Maturo di virtù e di anni il nostro Antonio - intorno al 62 - per
                 ascendere al sacerdozio, era tale pure nel campo della scienza.

                       Virtù senza scienza non basta al sacerdote, e molto mena a chi deve
                 essere il banditore della divina parola e deve applicar le norme santissime
                 della legge di Dio agli intricati labirinti del cuore umano. No, non basta
                 che ei sia tutto serafico in ardore, convien che sia anche di cherubica luce
                 uno splendore.

                       Losito al caldo della virtù leggiadramente univa la chiarezza della
                 scienza.
                       Aveva bellissimo ingegno, memoria tenace, accuratezza e diligen-
                 za non comuni; chiaro ed ordinato nelle sue idee: docile ad apprendere.
                 l suoi studi li fece sotto la direzione di valenti maestri: Muccino, Sabet-
                 ti, Vittoria, dei quali serbo, per tutta la vita, memoria ed affettuosa ri-
                 conoscenza.
                       Caduto malato intorno al 70, non gli fu più possibile seria occupa-
                 zione. Ma sempre studiava. Tre libri aveva nella sua camera: Le Glorie
                 di Maria di S. Alfonso, che immancabilmente leggeva ogni giorno; la
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