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P. VI - Cap. XIX: Fama di santità in morte deI SdD Padre Antonio Losito  353

                   tusiasmo irrompente dei suoi concittadini, non gli avessero contrastato
                   il ritorno a Pagani. Allora a lui cosl semplice e cosi schietto di animo
                   toccava giocare di astuzie e aIle volte venir mena agli impegni presi.
                   Come nel casa seguente. Un suo parente infermo chiede di essere co-
                   municato da lui. Si dispone la cerimonia per le prime ore deI dl seguen-
                   te. Aspettè con ansia il povero malato che schiarisse il giorno. Aspettà
                   indarno. Losito ricevuto avviso di partenza dai Superiori, aIle ultime ore
                   della sera, parti nella medesima notte. L'infermo rimase male. Ma a Lo-
                   sito piaceva ubbidire.

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                         Ecorne parlava bene dei Superiori! E con quanta riverenza affet-
                   tuosa, filiale, aperta si diportava con essi! Sembrava un docile e rispet-
                   toso fanciulletto innanzi al padre, nonostante che spesso i Superiori era-
                   no molto più verdi di lui, erano stati suoi discepoli ed in tutto gli si sen-
                   tivano e godevano di professarglisi inferiori. A queIl'occhio pieno di fe-
                   de e a quel cuore pieno di celeste carità il Superiore quale che fosse il
                   suo nome, la sua età, il suo merito gli splendeva sempre inghirlandato
                   deIl' autorità di Dio.


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                         Vita di amore, vita di nascondimento. Creato prefetto degli studenti
                   nel 1887 non disse né SI né no, ma si abbandonè tutto al volere dei Supe-
                   riori, abbracciando quel delicato e pesante uffizio: e vi pose ogni diligenza
                   ad adempierlo perfettamente: e vi duro senza lamenti 0 rimostranze sino a
                   che nel 1908 fu fatto Superiore di questo Collegio di S. Michele. Chiuso
                   nello studentato non si vedeva che rare volte nella Comunità: silenzioso,
                   raccolto, quasi di fuga passava per i corridoi, sorridente a tutti, a tutti ri-
                   spettosamente inchinandosi. Era l'aiuto più valida dei Superiori, ma non
                   visto: preveniva, aiutava, si esibiva; ma senza aria di inframettenza, né
                   pretenzione di sorta. Nelle discussioni taceva ed intento ascoltava come
                   per apprendere: audiens sapiens sapientior: solo interrogato diceva il suo
                   parere, che d' ordinario era il più assennato.
                         Tra i giovani studenti non altra era la sua posa. Non di rado acca-
                   deva che forestieri 10 credessero uno studente di avanzata età tra giova-
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