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P, VI - Cap, XIX: Fama di santità in morte deI SdD Padre Antonio Losito  377

                        Egli era assai umi le. "L' umiltà  è il carattere distintivo della santi-
                  tà".6 Chi non l'avesse conosciuto prima, imbattendosi in P. Losito,
                  avrebbe detto: Questo povero fratello laico come è malandato in salute.
                  Non poteva nascondere deI tutto le sue sofferenze fisiche; ma riusciva a
                  occultare le sue belle virtù con l'umiltà. Umilissimo fu Antonio Losito
                  da semplice Padre; umilissimo da Superiore provinciale; umilissimo
                  nella sua stanzetta, dove rifulgeva la santa povertà nel più stretto rigore;
                  umilissimo a Roma dopo i ricevimenti delle loro Santità Pio X e Bene-
                  detto XV che l' ebbero in grande considerazione e fecero tesoro dei suoi
                  lumi e consigli; umilissimo, dopo d'essere stato avvicinato, consultato e
                  ossequiato dai signori Cardinali e da altri illustri Prelati delle SS. Con-
                  gregazioni; umilissimo nei suoi viaggi trionfali! Trionfali, si, perché il
                  P. Losito 0 per ufficio 0 per altre ragioni andava ogni tanto a Roma, a
                  Napoli, a Canosa stessa e altrove, specialmente in tutte le nostre Case
                  per la visita canonica durante il suo Provincialato. Era preceduto da fa-
                  ma di santo; perciè, una folla enorme di popolo d'ogni condizione si ac-
                  calcava nella casa, in cui egli alloggiava. E solo nel periodo di tempo (6
                  anni) che fui a Napoli nelle poche volte che visitè la nostra Casa, dovetti
                  lavorare molto per contentare tanta gente che voleva essere avvisata
                  della sua venu ta. Avveratosi il suo arrivo, cominciava subito un viavai
                  di popolo; a stento si riusciva a chiudere la porteria. Vestiva panni di
                  stoffa ruvida e rattoppati: calzava scarpe vecchie e rammendate; portava
                  una cintura di lana vecchia, piena di nodi e si misera che un giorno un
                  fratello laico gliela toIse a viva forza. Parlava a tutti con accento dimes-
                  so, fossero anche fratelli laici, 0 gli ultimi della Casa 0 della società. Ai
                  Superiori poi e ai Padri, benché amministrati (0 dipendentii suoi parlava
                  con la berretta in mano. Era urnile tanto da servire a mens a e lavava i
                  piatti in cucina; anzi non sdegnava i servigi più viIi agI'infermi...
                       Era dotto; pero, mai faceva pompa della sua coltura. Solo interro-
                  gato, dava risposte per quanto dottrinali per tanto accompagnate da deli-
                  cata modestia. Non entrava mai in discussioni. Prova della sua soda
                  dottrina e della vasta sua coltura  è persino la biblioteca donata a S. Al-
                  fonso in Pagani. Egli era, in somma, uomo grande innanzi a Dio per
                  l'eroismo delle sue virtù; noncurante dei giudizii umani, amava vivere
                  in perfetta oscurità.


                       6 S. TOiQI//(/sOd 'Aqui no.
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