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P. II - Cap. V: GIi studi, gli Or. Min., la malattia e il ritorno a Canosa  55


                        Ma per noi studenti, poco tempo dopo, subentr à una vita di mortifi-
                        cazioni e di ansie per la Comunità.
                        Partito il Rettore, prese a fare da superiore il vecchio P. Marano
                        lsaia, scrupoloso fino alla follia, pusillanime e di mana ritirata e ri-
                        stretta, mentre a nostro Prefetto veniva designato il P. Iacovino
                        Raffaele.
                        COSl feee sapere che la Comunità versava in tale strettezze che non
                        poteva più a lungo sostenere 10 studentato e si scarseggi à nel gi à
                        poco vitto che aveva.
                        Si aspetto per qualche giorno nella speranza di una nostra risposta;
                        quando una mattina comparve il P. Marano nello studentato e ra-
                        dunatici nella scuola, a nome dei padri ci avverte che in Comunità
                        non era rimasto che poco grano e che dall'indomani non si poteva
                        avere che un pezzo di pane, e concludeva: "Ciascuno provveda ai
                        casi suoi e si decida".
                        La decisione che si aspettava era che, messi alle strette, ci fossimo
                        ritirati in famiglia.
                        A tale inaspettato annunzio rimanemmo tutti costemati e perplessi e
                        con noi il Prefetto lacovino, al quale non si era fatto trapelare
                        quanta dagli altri PP. si combinava.
                        Passati i primi momenti di perturbazione, si pensà al da farsi.
                        Si stabili di mettere in comune tutti i nostri depositi particolari con i
                        quali il Prefetto avrebbe pensato a non farci mancare il necessario
                        alimento, e che scrivendo al Rettore maggiore avesse concordato la
                        licenza di trasferirsi in famiglia per quelli studenti che ne avessero
                        desiderio.
                        Il Prefetto si affrettà a fare una esatta e minuta valutazione
                        dell'accaduto al Rettore Maggiore, pur attendendo pronti ed op-
                        portuni provvedimenti.
                        La risposta non si fece aspettare.
                        E prima di tutti il Rettore Maggiore non approvo il comportamento
                        o divisionamento di parere sulla partenza degli studenti, che 10 ri-
                        tenne insano, indi raccomandà caldamente al Prefetto ad avere cu-
                        ra di noi, a tener sollevato il nostro spirito, ad essere costanti nella
                        vocazione, ecc..
                        In questo generale disturbo, nella incertezza del nostro avvenire,
                        nell'amarezza di vederci messi alla porta, solo Losito rimase tran-
                        quillamente 10 stesso.
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