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P. II - Cap. V: Gli studi, gli Or. Min., la malattia e il ritorno a Canosa  57


                        congelava da favorire come un leggero strato di intonaco di ghiac-
                        cio lungo le mura.
                        Si era nell 'inverno del1859, freddissimo oltre l'ordinaria riglderza
                        di quel elima.
                        10 ne fui colpito con tosse, asma, attacchi di petto e fui costretto ad
                        uscire da quella stanza.
                        Losito, inveee, vi resto e, benché lo si vedeva soffrire, non si diede a
                        manifestare le sue sofferenze e a chi gliele domandava, perché le si
                        leggevano nel volto pallido e nelle condizioni della persona, la ri-
                        sposta era la solita: HE' cosa da nulla, subito passerà ogni cosa".
                        Ed in queste condizioni niente trascurava della sua [ormazione alla
                        vita religiosa.
                        Seguità a dormire sulla paglia, a darsi cibi ordinari della Comuni-
                        tà, praticava tutti gli atti comuni, Né ricordo abbia chiesto mai la
                        licenza di rimanersi almeno per mezz'ora a letto, suonata la sveglia
                        in quelle orde mattinate invernali".81
                        Con tale stato di salute, subito dopo l' ordinazione Suddiaconale il
                  Padre Prefetto e il Rettore P. De Lucia, informarono il Rettore Maggiore
                  cosi che si ritenne opportuno mandarlo a Canosa per curarsi.
                        li viaggio verso la città natale fu fatto in compagnia di P. Scaligena
                  di Massafra, inviato nella sua città per 10 stesso motivo.
                        Cosi egli racconta il movimentato viaggio fatto col SD:
                        "Al principio di maggio dei 1861 partimmo senza badare ai pericoli
                        del viaggio cui ci esponevamo .
                        Giacchè si dovevano percorrere contrade estrade, occupate da
                        numerose truppe reali di Napoli, che erano state raccolte dalle pro-
                        vincie limitrofe per far fronte alla situazione che si allargava peri-
                        colosamente da paese a paese, a sconfiggere i briganti (che in so-
                        stanza erano soldati del gi àsciolto esercito Borbonico) i quali sotto
                        il comando dei generale Ciano, fatta mira ad abbattere il governo
                        Piemontese gi àscorazzavano in tutto il territorio che da Lavello si
                        distende fino a Troia ed i monti di Caposele.
                        Ad accreseere il malcontento che serpeggiava tra le masse contadi-
                        ne ci fu il bando del dieembre 1860 con cui si richiamavano in ser-
                        vizio tutti i soldati del disciolto esercito borbonico.
                        Il che fu una provocazione che feee atterrire e prosperare il bri-
                        gantaggio.


                        81 V.D , SCALIGENA, Notizie dei P. Losito, p. 4.
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