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P. IV - Cap. XI: Il popolo di Canosa: pellegrinaggi verso Pagani  121

                        Non arrivavano lettere solo dal suo paese, ma da tutte le parti e la
                  gente nell'intestazione vi scriveva dei titoli che gli creavano imbarazzo a
                  causa della sua modestia, per esempio: "Al Santissimo Don Antonio", "Al
                  Santo Padre", ecc. 223
                        Inviava, allegata alla risposta, cartine dell'Immacolata, cui era molto
                  devoto, raccomandando di darle da bere agli infermi; a migliaia ne di-
                  spensava.F"
                        Quante volte era interrotto nella dettatura per confessioni 0 visite di
                           225
                  forestieri.
                        Nelle pubbliche calamità il popolo canosino, memore dei prodigi
                  compiuti dal SD durante la sua permanenza a Canosa, a lui continuava a
                  rivolgersi,
                        Cosl, in occasione delle prolungate siccità dei 1898, dei 1901 e dei
                  danni arrecati dal gelo nel 1903.
                        Amava coinvolgere nelle sue preoccupazioni padri e studenti del
                  collegio.
                        Ad esempio nel 1901, quando Prefetto degli studenti, in piena esta-
                  te, durante la ricreazione, chiamè a raccolta tutti gli studenti nella cappella
                  dell'oratorio S. Alfonso, tremante per la commozione e con voce rotta dai
                  singhiozzi, rese nota di aver ricevuto da Canosa telegrammi e lettere stra-
                  zianti nelle quali si chiedevano preghiere per ottenere la pioggia essendosi
                  già perduta la raccolta dei cereali ed in graye pericolo quella delle viti.
                        Fece incominciare una novena ed anche Egli pregè intensamente.I"
                        La causa di tutte queste calamità risiedeva nel peccato ed in modo
                  particalare nella bestemmia.
                        Cosl scriveva:
                        "Vorrei che questa mia letterafosse come unfaro di luce perfarvi
                        vedere che ogni nostra rovina proviene dal profanare il giorno di
                       festa, dalla bestemmia e dal trasgredire i divini comandamenti:
                        come ogni nostro vantaggio dal santificare il giorno di festa,
                        dall 'allontanare la bestemmia ed osservare la legge santa di
                          · ., 227
                        D lO.

                        223 G. PALMIERI, Laconiche notizie, p. Il.
                        224 G. PALMIERI, Ricordi, p. 24.
                        225 P. BARONE, Notizie sul SD P. A. M. Losito O.SS.R., p. 3.
                        226 G. PALMIERI, Laconiche notizie, pp. 12-13.
                        227 A. Losrro, Ai proprietari e contadini della mia diletta patria Canosa di Puglia, Pagani, 20
                  maggio 1903, p. 8 (cf. sezione "Documenti" a fine capitolo lettera " A").
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