Page 166 - Positio II
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166                        Biografia documentata

                         quale si conservava il Gesù Eucarestia. Sul letto, quando non cera lui,
                         metteva il crocifisso.2 83
                               Accoglieva gli studenti a braccia aperte con i segni della più viva
                         esultanza, li accompagnava dal Provinciale pel' baciargli la mana e subito
                         dopo alla tomba di S. Alfonso che egli chiamava il Rettore Maggiore pel'
                         chiedere la sua benedizione. Infine li conduceva nello studentato pel'
                         l'abbraccio con i confratelli giovani.
                               Quando nel gennaio 1898 10 studentato di Belle Lettere fu trasferito
                         a Pagani, gli studenti accolti dal SD esclamarono: "Avevamo già un gran-
                         de concetto di lui pel' quello che ci era stato raccontato.
                               La realtà superè le nostre previsioni e potemmo constatare perso-
                         nalmente quale eroismo di virtù, di prudenza, di esatta osservanza ani-
                         masse il nostro Prefetto"? 84
                               Si immedesimava nel dolore dei suoi studenti e cercava personal-
                         mente di alleviare le loro sofferenze, sebbene fosse lui stesso debole e sof-
                         ferente; saliva infatti fino al terzo piano della Casa per portare il caffè-
                         latte 0 altra roba agli studenti ammalati, eppure egli soffriva di cuore e gli
                         costava tanto 10 scendere e salire le scale.
                               La stessa carità dimostrè anche con l' oblato giardiniere chiamato "zl
                         Pietro" colpito da un cancro alla gamba che 10 porto alla tomba.
                               Il fetore era intollerabile eppure il Padre spesso andava a confortarlo
                         e a confessarlo.i'"
                               Scriveva P. Schiavone: "Durante la mia malattia, da studente, ricor-
                         do con mia grande confusione, gli atti umilissimi deI P. Prefetto. Sento ri-
                         brezzo al solo ricordarlo. Che umiltà! Che carità! Neppure mia madre for-
                         se, per me sarebbe giunta a tanto! Io restavo COSI commosso e confuso che
                         mi veniva da piangere. 10 non ricordo deI P. Prefetto che somma umiltà e
                         grande carità continua..... Che confusione continua era pel' me! Io non sa-
                         peyo come rispondere a tante finezze".2 86
                               Per il Prefetto i giovani studenti erano come dei figli per cui prodi-
                         garsi e i futuri giovani missionari dovevano essere gli amici di Cristo: in-
                         timi e personali.
                               Poiché le classi degli studenti di teologia e di letteratura raggiunsero
                         il numero di 20 alunni, P. Losito pensa di mettere il SS.mo Sacramento
                         nella cappella della studentato con il permesso deI Provinciale.


                               2K.1 P.R.D.A. Sessione IV. demanda n. 27.
                               2X4G. PALMIERI. Ricordi, p. 2.
                               m Ivi, pp. 3 1-33.
                               2XbS. SCH IA VONE, Lettera dei 7 marzo 1922. Pagani.
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