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112 II – Voti dei Consultori Teologi
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ciascuno il suo giusto ...» .
Praticava la fortezza con un grande dominio di sé:
«Afflitto per lunghissimo tempo da una malattia che lo torturava
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sensibilmente. Mai un lamento, mai un atteggiamento da farsi compatire» .
La penitenza vissuta come sobrietà nell’uso del cibo e nell’inflig-
gersi penitenze corporali, esprime la temperanza eroica del Servo di Dio.
Ma la virtù che maggiormente spicca nel corredo morale del
Servo di Dio fu certamente l’obbedienza.
«La esercitò sempre ad ogni costo: – afferma Gaetano Giammarino, III
teste – eletto superiore e provinciale, perché acciaccatissimo in salute, avrebbe
potuto trovare scusa nell’accettare tali incarichi che certamente, richiedono
attività. Non lo fece, ma disimpegnò con ogni attività l’ufficio affidatogli, per
osservare l’ubbidienza» .
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P. Giovanni Palmieri afferma:
«L’obbedienza l’eseguiva ad litteram espressa dai Superiori, ma qualche
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volta ne investigava la volontà non ancora espressa col prevenire l’esecuzione» .
Il Servo di Dio viveva un autentico spirito di povertà:
«Nel vestire poverissimo, preferendo vecchie e rattoppate vesti, il
cappello era l’unico che aveva, diventato giallo e rimontando al tempo dello
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studentato [...] la propria stanza che lui stesso voleva scopare era squallida» .
Andando una volta in udienza da Pio X, si dovette ricorrere
allo stratagemma dell’obbedienza ai Superiori per convincerlo a
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vestire in modo più consono e meno povero .
Visse la castità in modo autentico, radicale, ma educò anche i
giovani religiosi a questa virtù con atteggiamenti, modi di fare,
correzioni, che a volte possono sembrare esagerati, e che se da un
lato esprimono lo spirito dell’epoca, dall’altro manifestano il
rigore nell’evitare qualsiasi superficialità in questa materia.
Identica radicalità il Servo di Dio ebbe nell’esercizio della
pazienza, come già accennato, e dell’umiltà.
44 Summarium, p. 143, n. 487.
45 Summarium, p. 20, n. 38.
46 Summarium, p. 25, n. 57.
47 Summarium, p. 136, n. 471.
48 Summarium, p. 144, n. 494.
49 Cf. Summarium, p. 49, n. 151.