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102 II – Voti dei Consultori Teologi
fece scrivere il 17 marzo 1886: «Preferisco alla vita l’ubbidienza»
o quando accettò la nomina a Provinciale, nonostante gli acciacchi
della salute. Amò e fece amare l’obbedienza. Venerava
particolarmente i Superiori, nei quali riconosceva la voce di Dio.
Povertà
La visse nelle vesti – preferendo quelle usate – negli arredi
della stanza e anche nei viaggi. Amava infatti viaggiare in terza
classe. Depone un teste:
«La sua cella, la sua vita, i suoi abiti erano la vera predica sul fatto della
povertà religiosa del nostro santo» (Summarium, p. 90).
Castità
Modesto nello sguardo, non lo volgeva mai alle donne e,
quando le ascoltava, lo faceva sempre in piedi e in una posa
scomoda. Inculcava questa virtù agli studenti e ai Padri redentoristi
giovani. Fu molto casto, anche in occasione del tumore alla
vescica, quando dovette ricevere aiuto.
3.2. La fama di santità
Tutti i testi riconoscono come il Servo di Dio abbia goduto
della fama di santità in vita, in morte e dopo la morte.
In vita
Lo attestano: la guarigione della sig.ra Cira Cinque
(Summarium, pp. 14 e 161), del p. Salvatore Pignataro (Summarium,
pp. 63-64) e l’assicurazione della guarigione della di lui sorella,
Marianna (Summarium, p. 63), passim; la stima goduta presso papa
Pio X; l’accorrere di tantissima gente nei luoghi nei quali si recava
il Servo di Dio per missioni o per altre motivazioni. Depone un
teste:
«Una enorme moltitudine di gente veniva attratta da lui, contenti anche
semplicemente di vederlo e di ascoltare la sua parola» (Summarium, p. 157);
l’affermazione continua del popolo: “È un santo”
(Summarium, p. 69), o “Padre Santo” (Summarium, p. 81), e
questo