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VOTO IX 105
totalmente incarnata nel tessuto sociale, per cui il “santo” si prende
cura di tutto ciò che riguarda la vita socio-religiosa del popolo. Il
Servo di Dio, pertanto, oltre ad essere un vero e proprio punto di
riferimento per consigli di varia natura e per l’ascolto delle
confessioni, è anche colui che mette in opera delle azioni
taumaturgiche, sia per l’individuo che per la comunità. Ed è anche
colui che si adopera concretamente per la costruzione di edifici
religiosi, provvedendo altresì alla cura dei bisogni del popolo,
anche quando il Servo di Dio non si trova presente fisicamente a
Canosa. Ecco perché, allora, lo stesso popolo, pur essendo il Servo
di Dio ancora in vita, lo chiama e si rivolge a lui come il “Padre
Santo”.
Tale prospettiva, specie nelle città del Meridione d’Italia,
rimane ancor oggi molto viva. E il fatto che la popolazione
canosinasi si sia adoperata alacremente per l’iter di canonizzazione
del Servo di Dio – e per la sua ripresa – costituisce la prova
concreta di quanto abbiamo or ora affermato. Ci troviamo,
pertanto, alla presenza di una figura di santità locale. Si chiede,
cioè, la canoniz-zazione di un religioso canosino che, nel suo
tempo, ha fatto molto bene alla città pugliese e che, ancora oggi, è
suo il vanto. Il Servo di Dio appartiene pertanto a quelle figure di
“santi del luogo”, che tanto hanno caratterizzato la storia della
spiritualità del nostro Paese, non a caso definito “Terra di santi”.
All’interno di questa tipologia di santità, pensiamo che si
possa affermare che il Servo di Dio ha vissuto l’eroicità delle virtù.
Pertanto alla domanda posta, rispondo affirmative, s.m.i.
VOTO IX
1. Cenni biografici
Il Servo di Dio Antonio Filomeno Losito nacque il 16
dicembre 1838, ultimo di sei figli, a Canosa di Puglia (Bari) e
venne battezzato lo stesso giorno nella Cattedrale di S. Sabino,
prendendo il nome del padre, Antonio, morto un mese prima. Il