Page 25 - Relatio-et-vota
P. 25
VOTO III 25
6. Virtù annesse
Il Servo di Dio fu sempre pronto ad accogliere la parola dei
propri superiori. Momenti di maggiore impegno di ubbidienza
furono il ritorno nella comunità religiosa, dovendo lasciare la sua
amata Canosa, e l’accettazione delle responsabilità come Rettore
della comunità di Pagani e come Superiore provinciale, in età
avanzata e in condizioni fisiche molto limitate, come fece notare
tempestivamente ai suoi superiori, ma infine prevalse l’ordine
emesso.
Il Servo di Dio fu straordinariamente distaccato dal possesso
dei beni come anche da ogni tipo di spesa superflua. A tutti
appariva come un religioso veramente povero.
Il Servo di Dio si mostrò perfettamente casto, senza sminuire
la cordialità. I giovani confratelli appresero dal loro Prefetto degli
studi l’attenzione massima nelle considerazioni dell’epoca a non
andare contro il senso della castità. Su questo punto il Servo di Dio
si mostrava particolarmente severo, e tale precauzione è registrata
3
in tutte le testimonianze dei confratelli .
I contemporanei del Servo di Dio affermarono la sua santità
in particolare a motivo della percezione della pazienza e del-
l’umiltà. Antonio Losito fu paziente in tutto, con gli altri, con le
avversità, con le contraddizioni, con le malattie.
Nei funerali a Canosa p. De Feo disse:
«Umilissimo fu Antonio Losito da semplice padre; umilissimo da
superiore provinciale; umilissimo nella sua stanzetta, dove rifulgeva la santa
povertà nel più stretto rigore; umilissimo a Roma dopo i ricevimenti delle loro
Santità Pio X e Benedetto XV che l’ebbero in grande considerazione e fecero
tesoro dei suoi lumi e consigli; umilissimo dopo essere stato avvicinato,
consultato e ossequiato dai signori Cardinali e da altri illustri Prelati delle SS.
4
Congregazioni; umilissimo nei suoi viaggi trionfali» .
Questo discorso riprende la percezione generalizzata del-
3 A titolo di esempio si veda la deposizione del fratello laico Pasquale Aniello,
che afferma: «Amò molto questa virtù e non trascurò alcuna occasione per infonderla
negli altri o in quanti potevano osservarla» (Summarium super virtutibus, I, p. 36).
4 Biographia documentata, II, p. 377.