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VOTO VI 57
Servo di Dio. La fede era nutrita ed espressa da una intensa vita
sacramentale, anzi dovremmo dire dell’avidità con cui si nutriva
quotidianamente dell’Ostia sacra, un atto nel quale egli metteva
tutta la pietà e la grande devozione di cui era imbevuto:
«[...] so che a Pagani col permesso del Papa, come lui stesso (P. Losito)
mi ebbe a dire ed io a vedere, dormiva in una cella che mediante una porticina,
sita di fronte al letto, comunicava con una cappelletta, nella quale si
conservava il SS.mo Sacramento. Sul letto, quando non c’era lui, metteva il
crocifisso» (Summarium, vol. I, p. 177, § 605).
Così con profondo spirito di fede celebrava la liturgia
Eucaristica; esprimeva una devozione intensa e filiale alla Vergine
Santissima, a Sant’Alfonso e aveva una straordinaria devozione
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per la Passione e Morte di Gesù Cristo . Coltivava un amore
devoto verso la Santa Madre Chiesa e verso il Papa e le autorità
religiose. Aveva una relazione fraterna con i tanti sacerdoti
confratelli e viveva un rapporto filiale con i Vescovi e i Sommi
Pontefici S. Pio X e Benedetto XV. La sua predica era la parola
piena di manifestazione della fede, perciò era richiesta da tanti. Il
Servo di Dio riusciva ad infonderla a quanti lo avvicinavano per
bisogni spirituali. Un teste dichiara:
«Ogni parola che usciva dalle sue labbra poteva dirsi un monumento di
fede e tutto era rapportato ad essa nei vari incontri della vita» (Summarium,
vol. I, p. 34, § 96)
e un altro ribadisce:
«Aveva una grande fede in Dio; la sua parola al riguardo era sempre
convinta e profonda. Di qui gli uomini che l’ascoltavano si intenerivano e si
convertivano al bene» (Summarium, vol. I, p. 183, § 629).
10. Il Servo di Dio ha vissuto intensamente la virtù della
speranza. Aveva la mente, il cuore e tutte le energie in costante
orientamento verso il Signore; ricercava in ogni cosa unicamente,
sempre e soltanto la gloria di Dio. Tutta la sua predicazione era
improntata alla misericordia, al perdono e alla speranza per tutti.
Dell’oggetto della sua speranza rendeva partecipi gli altri, perché
inculcava a loro ciò che lui viveva con profonda convinzione. La
3 Summarium vol. I, p. 84, § 284.