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VOTO V                               49

                   nella  sua  missione  di  Presbitero  e  di  Religioso  Redentorista:  si
                   spende  senza  posa  perché  l’opera  della  Redenzione  possa
                   raggiungere  ogni  fedele  e  ogni  uomo,  facendogli  sperimentare
                   l’amore di Dio e la speranza a cui ci ha chiamati, facendoci figli
                   nel Figlio:

                         «Innanzi alle fiamme di questo amore celeste si dileguarono, disparvero
                   le distanze che vi erano tra il cielo e la terra, tra il Creatore e la creatura, tra
                   Dio e l’uomo e si avvicinò la terra al cielo, la creatura al Creatore, l’uomo a
                                                                                  40
                   Dio. Ecco il grande prodigio, la grande meraviglia della Redenzione» .

                         A immagine del Redentore, si dona ai fratelli che numerosi si
                   rivolgono  a  lui  per  bisogni  materiali  come  per  ricevere  i
                   Sacramenti o la sua parola saggia, edificante e rasserenante.
                         Si legge nella biografia del Garribba:

                         «Dalla sua bocca non usciva mai una parola di critica sui difetti altrui;
                   con  abilità  sapeva  cambiare  discorso,  se  questo  fosse  offensivo  per  la  carità
                   verso il prossimo. Compativa tutti negli errori, profondendo in essi parole di
                   bontà  e  di  conforto.  Non  trascurava  di  rispondere  amorevolmente  alle
                   numerosissime lettere che da ogni parte gli erano indirizzate per chiedere a lui
                   consiglio  e  conforto.  Prestava  ascolto  a  tutti,  ricchi  e  poveri  e  questi,  anzi,
                   erano i suoi privilegiati; tuttavia non si lasciava vincere mai da umani riguardi:
                   pur con somma bontà correggeva i difetti, zelava l’osservanza, spronava alle
                   virtù. Ed i poveri affollavano sempre la portineria del Collegio redentorista di
                   Pagani, perché il Rettore P. Antonio aveva disposto che si fosse donato sempre
                   finché c’era  qualcosa  disponibile.  Egli stesso non stava  neppure  a contare il
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                   denaro che elargiva in elemosine» .

                         Ampiamente documentato l’esercizio straordinario delle virtù
                   cardinali e di quelle proprie della Vita Religiosa, e delle virtù della
                   pazienza e dell’umiltà.

                         Conclusione

                         Vero figlio e seguace di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, il
                   Servo  di  Dio,  con  la  sua  vita  teologale  ed apostolica,  ha  sempre
                   voluto  porre  al  centro  dell’attenzione  di  tutti  coloro  che
                   ricorrevano a lui, la misericordia del Padre e «la grande meraviglia


                         40  Antonio Losito, Discorso sul Redentore, citato in: Informatio, p. 22.
                         41  Informatio, p. 28.
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