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VOTO VII 75
Gesù non abbandona i suoi discepoli e li sostiene continuamente
nelle tribolazioni. Egli visse costantemente proteso verso i beni
celesti, nella speranza della vita eterna, del Paradiso, senza
attaccamento ai beni terreni e senza lasciarsi abbattere dalle
difficoltà, spirituali, fisiche ed ambientali, che certo non
mancarono sia a livello personale sia a livello sociale, se solo si
pensa ai grandi problemi che dovettero affrontare i religiosi
dell’Italia meridionale nella seconda metà del XIX secolo. Nelle
sue lettere il Servo di Dio più volte consola gli afflitti e i sofferenti
esortando a esercitare la speranza cristiana senza temere le
avversità; anche nei suoi studenti egli infondeva speranza e
serenità, soprattutto con l’esempio prima ancora che con
l’insegnamento. P. Losito amava ripetere: “Confidenza, confidenza
in Dio e nella Santissima Vergine Immacolata”, come riferito da P.
Biagio Umberto Parlato, teste VII, la cui testimonianza processuale
è tra le più significative del Summarium (cf. Summarium, p. 47 §
142). P. Alfonso Esposito, confratello del Servo di Dio, teste VI, ha
dichiarato:
«La speranza era il vero frutto della fede e, in ogni istante, a contatto con
lui, la manifestava con parole adatte a suscitarla negli altri. Quanti accorrevano a
lui, dubbiosi, bramosi e sconcertati dalle traversie umane, erano consolati e
ravvivati dall’espressione di confidenza e di speranza in Dio. Ammalati o chi per
essi, ritornavano con la speranza nel cuore, speranza che spesso era certezza.
Soldati che ricorrevano a lui durante l’ultima grande guerra del 1914, per le
incertezze da cui erano assillati, venivano confortati ed assicurati dalle sue
parole piene di speranza. Una donna, levatrice di professione, aveva una ragazza
che le morì. Quel dolore la fece quasi impazzire, nel dubbio che la ragazza fosse
morta per incuria di lei, nel dover attendere alla sua professione. Ne fece ricorso
al Servo di Dio il quale, conducendola nella stanza di Sant’Alfonso e pregando
per lei, le diceva: ‘Assicurati che Iddio voleva questa figlia come angelo del
cielo e che la sua morte non deve far nascere alcuna colpa in te’. La donna si
calmò per la speranza che P. Losito le infondeva» (Summarium, p. 40 § 120).
Anche le altre testimonianze sono su questa linea, e tutte
concorrono in diversa misura a evidenziare la straordinaria docilità
del Servo di Dio allo Spirito Santo e il suo pieno abbandono alla
Provvidenza, in cui perseverò fino all’ultima dolorosa malattia e
fino alla morte, fiducioso nella divina misericordia. Nel giorno dei
solenni funerali del Servo di Dio P. Costantino Maria Petrone,
Superiore Provinciale della Provincia redentorista napoletana,