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80 II – Voti dei Consultori Teologi
straordinariamente sobrio e austero, nel mangiare, nel bere, nel
vestire, nel dormire, mortificato nel parlare e nello sguardo. Don
Sabino Cannone, teste IV al Processo rogatoriale di Andria, ha
riferito:
«Beveva per lo più sempre acqua e molte volte lo spiavo da una buca
della serratura e lo vedevo a terra, prono, assorto in preghiera» (Summarium,
p. 181 § 620).
P. Vito Domenico Scaligena di Massafra, religioso
redentorista che fu compagno di studi del Servo di Dio a
Materdomini, nelle sue Notizie del P. Losito, datate 30 giugno
1919, ha riferito:
«Che dirò della sua mortificazione? Ne possedette lo spirito e la
praticò con tale disinvoltura da non sembrare mortificato. Alle mortificazioni
prescritte dalla Regola, dalle quali mai si dispensò, benché la sua salute
aveva avuto un gran bisogno di riguardi, ne aggiunse delle particolari. Nelle
vigilie delle principali feste, e specialmente della Madonna, digiunava o
prendeva solo pane ed acqua. Ed ebbi a notare in quel tempo in cui gli ero
compagno di stanza, che in tali circostanze non lo vedevo ritirarsi subito
dopo l’esame della sera; invece sentivo dei colpi di disciplina nella stanza
attigua dedicata alla scuola, e naturalmente giudicavo che fosse proprio lui
che si batteva. Eravamo insieme in una stanza spaziosa, ma umida oltremodo
e fredda […]. Si era nell’inverno del 1859, freddissimo oltre l’ordinaria
rigidezza di quel clima […]. Losito vi restò; e benché lo si vedeva soffrire,
mai egli si diede a manifestare le sue sofferenze […]. Seguitò a dormire sulla
paglia, a darsi cibi ordinari della comunità, praticava tutti gli atti comuni, né
ricordo di aver chiesto mai la licenza di rimanersi almeno per una mezz’ora
al letto, suonata la sveglia in quelle orride mattinate invernali».
Il Servo di Dio diede abitualmente prova di compostezza e di
dominio di sé, dotato di una delicatezza e di una sensibilità che lo
portavano perfino a sopportare la molestia di mosche e zanzare con
il sorriso, senza manifestazioni di insofferenza. Tutte le fonti della
Causa sono concordi nel descrivere il Servo di Dio come un
religioso esemplare nella vita di penitenza, senza alcuna voce in
contrario. Si può pertanto concludere che il Servo di Dio ha
praticato in grado non comune le virtù cardinali e le virtù annesse,
con gioia e spirito di sacrificio, soprattutto nelle situazioni difficili.
8. UMILTÀ, CONSIGLI EVANGELICI