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VOTO VII                              77

                   altrui, donando con generosità: soprattutto nell’ultimo periodo della
                   sua vita, persone facoltose gli affidavano ingenti somme perché le
                   distribuisse ai bisognosi, ed egli lo faceva con esattezza e con gioia,
                   senza  far  pesare  il  proprio  aiuto;  era  pronto  a  donare  anche  quel
                   poco  che  aveva  di  suo,  e  quando  non  aveva  beni  da  elargire,  si
                   impegnava  con  le  persone  ad  aiutarle  appena  possibile,  non
                   pronunciando mai un “no secco”. Non si riscontrano in alcuna parte
                   della  Positio  parole  o  atteggiamenti  o  comportamenti  o  atti  del
                   Servo di Dio, né omissioni, contrari alla virtù della carità. Il Servo
                   di  Dio  ha  dunque  praticato  con  gioia  e  costanza  le  opere  di
                   misericordia, anche in circostanze difficili e anche in condizioni di
                   sofferenza personale,  denotando nell’esercizio della  carità verso il
                   prossimo un non comune spirito di sacrificio. Ciò considerato, credo
                   che  le  Prove  consentano  di  concludere  che  il  Servo  di  Dio  ha
                   esercitato in modo gioioso, pronto, costante, ed in grado eroico, le
                   tre virtù teologali.



                   7. VIRTÙ CARDINALI

                         Il  Servo  di  Dio  esercitò  in  grado  eroico  la  virtù  della
                   Prudenza  nella  vita  spirituale,  nella  vita  religiosa  comunitaria,
                   nell’apostolato.  Egli  si  avvalse  di  tutti  i  mezzi  soprannaturali  e
                   naturali  necessari  o  utili  per  la  santificazione  propria  ed  altrui,
                   avendo  cura  di  non  trascurare  mai  la  preghiera,  personale  e
                   comunitaria,  e  tutto  ciò  che  viene  raccomandato  dalla  Chiesa  e
                   dalla Regola della Congregazione del Santissimo Redentore, di cui
                   fu  un  figlio  esemplare.  Nell’ambito  della  vita  comunitaria  la
                   prudenza eroica del Servo di Dio rifulse nelle relazioni con i suoi
                   confratelli  e  con  gli  studenti  che  furono  affidati  alla  sua
                   formazione:  sia  le  testimonianze  processuali  sia  la  Biographia
                   documentata, infatti, illustrano ampiamente la prudenza del Servo
                   di Dio nel governo, esercitata negli incarichi di Rettore della Casa
                   di Pagani, di Prefetto degli Studi, di Superiore Provinciale. Pur non
                   essendo personalmente incline a ricoprire incarichi di governo, che
                   accettò solo per ubbidienza, il Servo di Dio seppe farsi apprezzare
                   per  la  sua  moderazione,  per  la  sua  delicatezza  nel  tratto,  per  la
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